Istruzione, Formazione e Ricerca
Uno dei punti di forza del Distretto è la presenza sul proprio territorio di diversi attori legati al mondo della conoscenza, in grado di diffondere know-how e di produrre innovazione.
Le nuove generazioni hanno infatti articolate possibilità formativa sia di tipo tecnico – professionale grazie alla possibilità di formarsi in istituti professionali agrari e dipartimenti universitari nonché di fare esperienza in aziende di miglioramento genetico di grande tradizione, presenti direttamente sul territorio, la cui attività è da promuovere adeguatamente e da collegare compiutamente sia al settore produttivo-commerciale, sia al settore della ricerca, viste le evidenti potenzialità che può offrire un’istruzione di livello sull’intera filiera.
La Ricerca è il segmento iniziale della filiera di prodotto florovivaistico e rappresenta un elemento chiave per la competitività della produzione locale. Ad esempio, il miglioramento varietale floricolo del Ponente Ligure costituisce un’attività di primaria importanza per l’alta professionalità e la tradizionale specializzazione, sia nella ricerca pubblica che in quella privata, che ne fanno un punto di riferimento essenziale per lo sviluppo economico del settore.
In quest’ambito, l’obiettivo prioritario del piano triennale è creare connessione tra tutti gli attori della ricerca, in modo da effettuare una gestione coordinata delle risorse economiche a favore delle attività più consone, favorendo lo studio e il miglioramento delle produzioni tipiche locali senza tralasciare la sperimentazione di nuove specie e varietà adatte alla coltivazione nel territorio del Distretto (innovazione di prodotto) e l’aumento della competitività delle aziende di miglioramento varietale a livello internazionale.
A livello di attività, il Distretto deve:
- Creare, in sinergia con le Istituzioni regionali e nazionali, un momento di confronto tra tutti gli attori della Ricerca che ottimizzi e metta in connessione con una progettualità comune gli interventi pubblici e privati;
- Promuovere lo sviluppo di una filiera tra ricerca pubblica e privata finalizzata alla creazione di prodotti floricoli innovativi specifici per il distretto, da realizzarsi attraverso un sistema istituzionalizzato di accreditamento delle ditte di ricerca private presso gli istituti di ricerca pubblici, analogamente a quanto succede per i poli tecnologici.
- Avviare un monitoraggio delle ricerche realizzate e degli obiettivi raggiunti (sia all’interno che all’esterno del Distretto);
- stimolare e supportare le strutture pubbliche e private per far conoscere e diffondere meglio verso tutti gli operatori del Distretto (soprattutto la produzione) i risultati delle prove di ambientamento di nuove specie e/o nuove varietà provenienti da altre zone, anche attraverso un maggiore coinvolgimento degli istituti scolastici e universitari presenti nell’area del Distretto;
- promuovere la sperimentazione e l’innovazione di processo, anche attraverso un coinvolgimento economico misto pubblico-privato.
- Proporre gli indirizzi della ricerca affinché si possano avviare:
- progetti d’approfondimento delle specie tradizionalmente coltivate (fiori tipici) con obiettivo la creazione di nuove varietà e lo studio della fisiologia e delle tecniche colturali, particolarmente adatte all’area del Distretto;
- progetti di studio su specie diverse da quelle finora utilizzate, in funzione dell’espansione della gamma delle produzioni realizzate nel Distretto.
A livello di finanziamenti, il Distretto indica come priorità:
- il consolidamento del ruolo del Distretto, secondo quanto previsto dalla sua legge istitutiva (n°42 del 2001), sarà da attuarsi in collaborazione con gli enti pubblici e privati operanti al suo interno, col fine di far sì che le scelte operate dagli enti di ricerca pubblici e privati siano allineati con le esigenze del settore e che tali scelte siano in linea con la politica regionale;
- sostegni e agevolazioni a favore di centri ed aziende vivaistiche e di ibridazione locali private (che siano coordinate con l’attività degli istituti pubblici) che si prefiggano di ottenere nuove varietà idonee alla coltivazione nelle aree del Distretto o che si impegnino ad iniziare nuovi e qualificati programmi di selezione di nuove varietà adeguate per il Ponente Ligure.
Il Distretto ha già identificato tramite le proprie “Linee guida per il sistema della ricerca e sperimentazione” su quali prodotti puntare per il prossimo piano triennale, avendo presente che i tempi della ricerca sono lunghi (5-10 anni nel caso dell’ottenimento di una nuova varietà) e che il raggiungimento di risultati significativi richiede costanza nel tempo. L’identificazione delle varietà target è il risultato – in sintonia con l’approccio di “sistema” del Distretto – da una scelta congiunta tra la commercializzazione (cosa si riesce a vendere), la produzione (cosa si può produrre) e la ricerca (quali expertise sono già in campo) all’interno della varietà tipiche della floricoltura ligure.
Poiché la ricerca floricola del Distretto è maggiormente concentrata nella zona di Sanremo, mentre la zona di Albenga presenta una forte caratterizzazione orientata alla produzione, è sempre più importante sviluppare sinergie tra queste due realtà che fino ad ora sono sempre rimaste separate. Si ritiene utile supportare la sperimentazione su specie e varietà idonee alla coltivazione nella zona di Albenga da parte di aziende/centri di ibridazione dell’area sanremese, anche attraverso una maggiore collaborazione di enti e strutture pubbliche e private operanti nell’area della Piana di Albenga (CERSAA), al fine di ridurre la dipendenza dell’area di Albenga dai risultati della ricerca che provengono dall’esterno del Distretto.
Si ritengono inoltre strategico ed urgente porre una maggiore attenzione sui prodotti in vaso; tra le priorità, si possono inserire miglioramento e risanamento di nuove piante madri (per lavanda, rosmarino, salvia, timo, margherita) e la sperimentazione varietale di nuove specie al fine di integrare quelle attualmente in produzione.
Elementi di riflessione:
La ricerca – pubblica e privata – deve essere sostenuta e valutata prioritariamente in termini di capacità di contribuire alla competitività della produzione locale. Per questo, il meccanismo di finanziamento deve prevedere clausole contrattuali e finestre temporali che avvantaggino la ricaduta sulla produzione nel distretto.
Al tempo stesso, però, in un mercato globale la ricerca può essere competitiva solo se si rivolge a mercati più ampi del solo Ponente Ligure e per questo, pur nella previsione di clausole contrattuali e di finestre temporali a favore della produzione locale, non va ostacolata la commercializzazione in Italia e all’estero delle nuove varietà create nel Distretto. La diffusione a livello globale dei risultati della ricerca portata avanti nel Distretto non indebolisce la vitalità del Ponente Ligure ma, al contrario, ne irrobustisce uno degli elementi fondanti e può portare risorse utili a finanziare nuove attività di ricerca.